"Sicuramente c’è un dato di resilienza, di tenuta e di crescita che ci restituiscono le cooperative di manifattura. Nonostante le difficoltà del passato hanno aumentato la loro capacità di stare sul mercato. Stesso discorso – spiega Ferri – vale per le cooperative di servizi, in cui registriamo una tenuta sebbene con la costante difficoltà di reperimento di personale a vari livelli; e c’è una forte riflessione sulla attrattività e sulla possibilità di crescere attraverso figure di grande importanza rispetto ai mercati che si sviluppano".
"Se prendiamo la logistica e le pulizie, per esempio, sono sempre molto concentrate sui rinnovi contrattuali e la questione del salario giusto, alla ricerca dell’equilibrio fra le esigenze dei lavoratori e dei soci rispetto alla crescita dei tassi di interesse dei mutui e dell’inflazione, e la sostenibilità dell’impresa".
"Parliamo di un panorama eterogeneo all’interno dell’ecosistema di Confcooperative Lombardia – racconta Ferri – dove abbiamo anche le costruzioni, i trasporti e che dovrà affrontare sfide legate in particolare al dimensionamento, visto in relazione ad aggregazioni, consorzi e contratti di rete per esempio. C’è poi un’attenzione all’innovazione che va sempre più veloce e traccia la via verso le nuove modalità di lavoro nel futuro".
"Prendiamo il ruolo del facchino, che non è più la figura di una volta ma si appresta a divenire un operatore a stretto contatto, sempre più formato e capace di utilizzare i sistemi tecnologici".