Netcoop Liguria

Anna Manca: il ruolo della cooperazione in un territorio piccolo ma con grandi potenziali

martedì 20 giugno 2023

Parla a Netcoop Anna Manca, Presidente di Confcooperative Genova, Presidente della Commissione Dirigenti Cooperatrici e Vice Presidente di Confcooperative Nazionale

La cooperazione ligure riesce a mostrare la cooperazione di terra e mare e non solo: possiamo definirla un piccolo quadro esemplificativo della cooperazione nel suo complesso?

La cooperazione ligure, è vero, riesce ad essere faccia della cooperazione di terra e di mare: in fondo la Liguria è una striscia di monti che si affaccia sul mare e quindi la cooperazione che è espressione di questo territorio non può che comprendere un po’ tutti i settori con anche le aree interne e tutte le difficoltà che sia le periferie che le aree interne stesse presentano. Sono grandi le sfide per il prossimo futuro: si tratta di una regione che dall’industria pesante e dall’industria di stato si è convertita ai servizi ed al turismo. Certo è che siamo penalizzati da una insufficienza di infrastrutture che, invece, potrebbero potenziare i servizi di logistica e di trasporto.  Ma confidiamo che, nel prossimo futuro, le importanti opere che stiamo attendendo da tempo ci permettano di riconnetterci con il resto dell’Italia.

Abbiamo alcune eccellenze, abbiamo la portualità a La Spezia, che sicuramente è un fiore all’occhiello, ma anche nei servizi, la Liguria presenta importanti realtà anche in settori di produzione e lavoro meno tradizionali e più innovativi. Il “coltivare” settori innovativi è possibile dove i giovani si mettono in gioco,  nonostante la Liguria sia una regione con un alto tasso di anziani e pochi giovani che purtroppo “fuggono”. Evidentemente però, in alcuni casi, la dimensione cooperativa riesce ancora a stimolare e a radicarsi nelle nostre comunità, soprattutto nelle aree interne dove le potenzialità sono altissime. La Liguria, purtroppo, rispecchia, e di questo ne risente, un andamento demografico complessivo di forte denatalità con conseguenze significative sull’imprenditoria giovanile. Questo senz’altro è un problema da affrontare e su cui riflettere per provare a rilanciare le potenzialità della forma cooperativa come valorizzazione di competenze e di prospettive future.

La cooperazione al femminile racconta di numeri sempre in crescita: come descriverebbe le donne cooperatrici? Quali i punti di forza che apportano alla cooperazione?

La forma cooperativa è indubbiamente è quella che meglio si presta al lavoro ed alla imprenditorialità femminile: il gioco di squadra tra le persone, il mettere al centro la persona ed i suoi talenti e soprattutto la capacità di offrire un lavoro stabile e duraturo anche nel caso di donne con figli e con esigenze di conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro. La cooperazione è uno strumento di valorizzazione delle competenze ed un ottimo incentivo all’autoimprenditorialità con una forma di leadership che, peraltro, accoglie e mette ancora di più a valore le risorse. La tendenza è positiva rispetto ad altre forme di impresa: le imprese cooperative femminili (quelle che hanno il 60% di base associativa composta da donne) registrano importanti numeri. Ricordiamoci che la cooperazione nel suo complesso e nella produzione e lavoro ha un alto tasso di occupazione femminile e quindi questo è un dato che conferma l’attrattività e la possibilità di ascensore sociale anche per la parte femminile del nostro paese. L’occupazione è uno dei temi che dovremmo affrontare con grande urgenza e la cooperazione, in questo, può dire la sua.

 

 

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