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Consorzio Ciclat, Cesare Bagnari: "Per il 2023 puntiamo al mercato estero e a potenziare servizi strategici come le pulizie in ambito sanitario"

mercoledì 11 gennaio 2023

Una forte espansione nei paesi dell’Est Europa e il potenziamento dei servizi strategici come le pulizie in ambito sanitario. Cesare Bagnari, direttore del Consorzio Ciclat e coordinatore del settore Ambiente ed Efficientamento energetico per Confcooperative, racconta a Netcoop le prospettive per il 2023 sia dell’impresa presente in quasi tutto il territorio italiano che quest'anno festeggerà 70 anni di attività, sia di due comparti strategici per il Paese come l’Ambiente e l’Energia, non nascondendo i forti timori per le difficoltà nel reperimento della manodopera.

Nel nuovo piano commerciale del Consorzio Ciclat, una voce importante è quella dell’ingresso nel mercato estero. Su questo fronte, quali sono le prospettive per il 2023?
Sul mercato nazionale, dove continuiamo chiaramente a operare, troppo spesso per garantirsi appalti significativi si erode quasi tutta la marginalità e di fatto si lavora quasi a costo. Questo ci ha portato a rivolgere lo sguardo oltre confine e in particolare ai paesi dell’Est Europa che hanno fatto il loro ingresso nell’Unione Europea. 

Perché questa scelta?
Essendo entrati nell’Unione Europea, questi paesi devono attenersi alle regole del mercato dettate dell’UE e molte aziende locali sono invece abituate a dinamiche di mercato diverse. Per questo riteniamo che ci siano alte potenzialità di sviluppo in paesi come l’Ungheria, la Polonia o la Romania; noi portiamo il nostro know-how in termini di requisiti e competenze per la partecipazione a gare europee e, utilizzando sempre il modello consortile, puntiamo ad acquisire aziende locali che hanno conoscenze sul territorio, competenze e manodopera. Siamo convinti che questa simbiosi tra il nostro know-how sulle gare europee e la conoscenza del territorio delle aziende locali possa essere efficace. 

Altra direttrice del vostro nuovo piano commerciale è il potenziamento di settori strategici. Quali sono in particolari questi servizi? 
Si tratta, in particolare, del settore delle pulizie in ambito sanitario dove è richiesta sempre più una competenza specifica e standard di qualità alti. E’ un settore dove oggi, soprattutto dopo la pandemia, non si transige più e dove sono stati introdotti sistemi di monitoraggio con parametri rigorosi per verificare che il servizio venga effettuato come si deve. Poi puntiamo a sviluppare e innovare la logistica integrata e interna. La crescita esponenziale dell’e-commerce ha portato a un forte incremento della movimentazione delle merci e a una gestione più automatizzata delle merci, per questa ragione anche noi stiamo innovando i nostri modelli di gestione con forti investimenti dal punto di vista progettuale, delle apparecchiature e della formazione del personale che dovrà poi gestire direttamente i sistemi.  

Moltissimi cooperatori lamentano la difficoltà nel reperimento della forza lavoro. E’ un problema che riscontrate anche voi?
E’ un vero disastro, sul fronte dell’impresa è uno dei mali del nostro tempo. Fino al 2018-2019 c’erano problemi nel reperimento di figure con competenze specifiche come autisti con patente C oppure operatori con brevetti specifici. Oggi invece abbiamo difficoltà anche con facchini generici o addetti alle pulizie. Questo ci crea problemi che non abbiamo mai affrontato; nel 2022 siamo stati costretti a rinunciare ad alcune commesse proprio per la mancanza di forza lavoro. 

Quali sono le cause e quali azioni bisognerebbe mettere in campo per sostenere le imprese?
Le motivazioni sono tante, sicuramente il reddito di cittadinanza non aiuta ma non è sufficiente a spiegare queste difficoltà. Forse, dopo i due anni di pandemia, la riattivazione del sistema produttivo ha drenato tutte le risorse disponibili al punto che se ordinassimo un camion oggi, lo riceveremmo a dicembre. Sempre ammesso che poi riuscissimo a trovare un autista per guidare i camion. I problemi di reperimento della forza lavoro deve essere una priorità assoluta per il governo nazionale; è indispensabile che il ministero del Lavoro e il ministero delle Imprese e del Made in Italy affrontino la questione e cerchino di capire quali siano le soluzioni perché non è accettabile che lo sviluppo economico sia condizionato dal collo di bottiglia della mancanza di manodopera. 

Lei ricopre anche il ruolo di coordinatore del settore Ambiente ed Efficientamento energetico per Confcooperative. Quali sono le prospettive per il 2023?
Non è un momento facile ma anche in questo caso non per la mancanza di lavoro quanto per le difficoltà nel reperire la manodopera. Per quanto riguarda il settore ambiente, anche durante la pandemia la gestione dei rifiuti da utenze domestiche non si è mai fermata, adesso ha ripreso vigore anche la produzione di rifiuti da utenze non domestiche. Il comparto energetico è invece più soggetto a fenomeni speculativi che stanno mettendo a repentaglio la forte ripartenza registrata fino a febbraio del 2022, prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. 

Quali sono le priorità da affrontare in questi due settori strategici per sostenere le imprese?
Bisogna prima di tutto fare una differenza. Sul fronte ambientale sono importanti ed efficaci le scelte a livello nazionale e locale; da questo punto di vista è indispensabile sbloccare tanti progetti di realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti attualmente fermi per problemi di autorizzazione. Far ripartire questi progetti e ultimarli con i fondi del PNRR darebbe un significativo impulso a tutto il settore e sono azioni che possono essere adottate a livello nazionale e locale. Sul fronte energetico, invece, è chiaro che influiscono dinamiche di geopolitica internazionale per cui l’Italia deve far sentire la propria voce nelle sedi opportune. Sul fronte interno, bisognerebbe senza dubbio rilanciare la capacità di autoproduzione e avviare sistemi alternativi di produzione di energia, a medio e lungo termine, come il nucleare e non solo. 

 

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