Il sottosegretario alle Imprese Massimo Bitonci ha annunciato in commissione Attività produttive alla Camera che la manovra 2026 conterrà un nuovo incentivo strutturale per unire gli obiettivi di Transizione 5.0 e Industria 4.0.
La misura sarà finanziata con risorse nazionali, superando i vincoli DNSH UE e aprendo agli incentivi anche alle imprese energivore. La manovra dovrebbe inoltre rifinanziare Fondo PMI, contratti di sviluppo e accordi di innovazione.
Il ministero delle Imprese intende inserire nella manovra di bilancio 2026 un incentivo strutturale, che riunisca gli obiettivi di digitalizzazione, decarbonizzazione ed efficienza energetica, valorizzando i punti di forza dell’iniziativa Transizione 5.0 e superando i limiti del piano Industria 4.0.
Questa misura sarà finanziata con risorse nazionali e ciò consentirebbe di superare i paletti del principio “do no significant harm” (DNSH) della normativa europea ed estendere gli incentivi anche alle imprese energivore, liberando maggiori risorse a vantaggio di ulteriori possibili investimenti per ridurre l’impatto ambientale delle rispettive produzioni. Lo ha detto oggi in commissione Attività produttive alla Camera il sottosegretario del ministero delle Imprese Massimo Bitonci, in risposta alle due interrogazioni presentate da Emma Pavanelli (M5S) e Luca Squeri (FI).
La nuova misura, secondo le prime ipotesi, sarà caratterizzata da procedure di accesso semplificate e tempi rapidi di attuazione.
Dopo un iniziale lento assorbimento, ha indicato Bitonci, i dati relativi all’ultimo semestre mostrano una netta inversione di tendenza nell’attuazione del piano Transizione 5.0.
Contestualmente, ha continuato il sottosegretario, la prossima legge di bilancio dovrebbe rifinanziare strumenti ritenuti strategici dal tessuto produttivo, come il Fondo di garanzia per le PMI (istituito con legge n. 662/96 e operativo dal 2000), i cosiddetti contratti di sviluppo, incentivi per gli investimenti di grandi dimensioni nei settori industriale, agroindustriale, turistico e della tutela ambientale, e gli accordi di innovazione, che supportano progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale su nuovi prodotti, processi o servizi in linea con gli obiettivi europei, come la transizione verde e digitale.
La copertura degli oneri indicati da queste nuove misure è attualmente in esame presso il ministero delle Finanze.
Foto Pixabay